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Resoconto Seminario “Orientamento, Mobilità e Autonomia Personale”

– di Michele Corcio –

Il 17 gennaio 2009 si è svolto in Roma, nell’Aula “Brasca” del Policlinico “A. Gemelli”, il Seminario sul tema “Orientamento, Mobilità e Autonomia Personale”, promosso ed organizzato dal Polo Nazionale di Servizi e ricerca dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia ONLUS). Riservato ai responsabili ed agli operatori dei Centri di riabilitazione visiva degli ipovedenti esistenti sull’intero territorio nazionale, ha visto una nutrita partecipazione di addetti ai lavori e riscontrato un notevole interesse. Il Seminario è stato aperto dall’intervento introduttivo dell’Avv. Giuseppe Castronovo (Presidente della IAPB Italia ONLUS), che ha sottolineato il forte e concreto impegno professionale di tutti gli Operatori del Polo Nazionale, creato grazie alla Legge n. 291/2003 per far compiere un salto di qualità alla riabilitazione visiva. Dopo i saluti istituzionali delle diverse Autorità presenti, il Prof. Alfredo Reibaldi (Direttore scientifico del Polo Nazionale) ha illustrato le ragioni del Seminario, scaturito dalla necessità di un costruttivo confronto fra tutti gli Operatori dei Centri di riabilitazione su di un argomento poco conosciuto soprattutto dal mondo dell’oftalomologia.

Il Prof. Filippo Cruciani (Coordinatore delle attività scientifiche e di ricerca del Polo Nazionale) e la Dr.ssa Romina Fasciani (Dirigente medico Oculista del Policlinico “A. Gemelli”) hanno trattato il tema: “La riabilitazione degli ipovedenti in relazione ai differenti gradi e qualità della visione”. Essi hanno evidenziato che la funzione visiva non coincide necessariamente con l’acutezza visiva, ma coinvolge anche altri aspetti, come il campo visivo; le capacità visive, che spesso gli Oculisti trascurano, comprendono le attività della vita quotidiana. Di particolare importanza è, per l’orientamento e la mobilità, la determinazione delle aree di interesse della visione periferica; ed a tale riguardo, essi hanno rilevato le differenze tra il metodo Estermann e quello Zingirian-Gandolfo. Il grado e la qualità della minorazione visiva incide sull’autonomia personale, sulle relazioni interpersonali e sulla partecipazione sociale; importante è anche il confort ambientale, come la luminosità.

Il Prof. Enzo Tioli (Vice Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, nonché‚ Componente della Direzione Nazionale IAPB Italia ONLUS) ha relazionato sul tema: “Dalla riabilitazione funzionale alla riabilitazione globale: riflessioni tiflologiche ed azioni concrete”. E’ stata richiamata la Circolare del Ministero della Salute 28 aprile 2003, in materia di interventi riabilitativi e di integrazione sociale dei minorati della vista; in particolare, detta Circolare, a firma dell’allora Ministro Sirchia, afferma il principio che la riabilitazione dei minorati della vista, di competenza delle Aziende Sanitarie Locali e dei Comuni, deve comprendere ogni iniziativa finalizzata all’autonomia e all’integrazione sociale, con specifico riferimento ai Corsi di orientamento e mobilità, di autonomia personale e domestica, di alfabetizzazione informatica. L’autonomia non è la semplice acquisizione di automatismi, ma è l’acquisizione di quelle conoscenze e competenze utili a dare risposte valide ai problemi che la vita presente. Fondamentali, quindi, sono una educazione ed una formazione integrali della persona; allacciare relazioni interpersonali, è alla base della integrazione sociale; ma bisogna tener conto della reciprocità d’azione. Autonomia significa anche valorizzare e saper utilizzare i vari dispositivi tecnici, tecnologici ed informatici, ma con attenzione a quelli che risultano effettivamente utili. Il Prof. Tioli ha concluso la sua relazione evidenziando l’opportunità che, sin dalla progettazione dei vari dispositivi, si tenga conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità.

Dei percorsi di orientamento, mobilità e autonomia personale hanno trattato il Dr. Giovanni Bosco Vitiello e la Dr.ssa Arianna Conoscitore (dell’Associazione Nazionale Istruttori di Orientamento, Mobilità e Autonomia Personale- ANIOMAP). Il primo, ha evidenziato con efficacia il processo di circolarità; la mobilità interessa di fatto la capacità di deambulare delle persone non vedenti o fortemente ipovedenti, sia in spazi chiusi che aperti e, quindi, con una serie di variabili delle quali tener conto. Il Dr. Vitiello ha distinto gli ausili specifici, in primari e secondari: tra i primi, rientrano gli accompagnatori; fra i secondi, gli ausili tecnici e tecnologici; anche il cane-guida ha la sua importanza, ma esso non è tout court sostitutivo dell’accompagnatore vedente, al braccio del quale si può andare in qualunque posto. Prima di prendere il cane-guida è necessario che il non vedente frequenti un Corso di orientamento e mobilità. La Dr.ssa Conoscitore ha messo in evidenza la capacità delle persone cieche e ipovedenti di sapersi destreggiare nello svolgimento di attività quotidiane; appropriarsi di atti minimi, conformi a prerequisiti. L’Istruttore di orientamento, mobilità e autonomia personale deve sempre tener conto dei desideri e degli interessi personali dell’utente; a volte il non vedente pensa che sia impossibile per lui raggiungere alcuni livelli di autonomia superiore e, quindi, va opportunamente stimolato, con il raggiungimento progressivo di obiettivi che rafforzino la sua autostima. Autonomia è sinonimo di libertà: non basta saper fare, ma essere libero di decidere come, dove e quando farlo. E’ sinonimo di indipendenza e ciò porta ad una maggiore autostima, perché‚ aumenta la sicurezza in se stessi. Infine, relativamente all’autonomia domestica, la Dr.ssa Conoscitore ha sottolineato con enfasi gli obiettivi da raggiungere: imparare a cucire, stirare, cucinare, curare l’igiene, avere cura della propria persona e dei propri indumenti. Un Corso completo di autonomia personale dura non meno di 80 ore.

La dimensione tiflopedagogica nella formazione degli istruttori di orientamento, mobilità e autonomia personale, è stata analizzata dal Prof. Giancarlo Abba (Direttore scientifico dell’Istituto dei ciechi di Milano). L’Istruttore deve avere una matrice pedagogica e nella sua formazione va prestata attenzione alla comunicazione. Anche la capacità relazionale è imprescindibile; l’Istruttore, cioè, deve conoscere i meccanismi e le modalità della relazione, per costruire un rapporto di fiducia con l’utente. Il Prof. Abba, altresì, ha evidenziato un terzo aspetto tiflopedagogico nella formazione dell’Istruttore di orientamento e mobilità: l’imprescindibilità della conoscenza delle modalità di apprendimento, notevolmente differenti tra l’utente non vedente e quello ipovedente; ulteriori differenziazioni sono l’età e il momento di insorgenza della minorazione. Quarto aspetto: la conoscenza dei codici specifici: il Braille, le tecnologie assistive, gli ingranditori ottici ecc.. L’Istruttore di orientamento, mobilità e autonomia personale ha una dimensione fortemente tiflopedagogica e riesce nei suoi obiettivi se crede fermamente nelle possibilità di riuscita dell’utente.

I percorsi tattilo-plantari e le tecnologie satellitari sono stati gli argomenti trattati dall’Arch. Pino Bilotti (Componente della Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), dal Dr. Pino Nobile (Direttore della Stamperia Regionale Braille di Catania) e dal Dr. Salvatore Romano (Direttore del Centro Nazionale Tiflotecnico dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). L’Arch. Bilotti ed il dr. Nobile hanno evidenziato quanto sia necessario, in presenza dei cambiamenti in atto degli spazi urbani, trovare soluzioni idonee per la mobilità dei non vedenti; le nostre città sono ormai invase, più per ragioni economiche che per motivi di opportunità, da percorsi tattilo-plantari di dubbia efficacia ed utilità. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, dal 2004 ha avviato lo studio del percorso “Vettore”, il cui nome significa, appunto, “senso di marcia, guida”, meno costoso e meglio rispondente ai bisogni di leggibilità tattilo-plantare, in quanto costituito da due soli codici di lettura. Oltremodo utile sarebbe, nei Corsi universitari di architettura, parlare delle difficoltà deambulatorie dei cittadini disabili. In materia di percorsi fruibili, i due relatori hanno accennato alle differenze di linee guida ed alle normative dei diversi Paesi europei, le quali tengono conto della semplicità dei codici da memorizzare, della chiarezza e continuità delle informazioni tattilo-plantari, della fruibilità per gli ipovedenti, grazie ai contrasti cromatici; inoltre, va considerata l’economicità del prodotto. Il “Vettore” è stato positivamente sperimentato con campioni di non vedenti e di ipovedenti, i quali ne hanno apprezzato la semplicità e l’efficacia dei due codici: la sinusoidalità mantiene la percezione plantare e la direzione di marcia; le calotte sferiche sollecitano l’attenzione ed indicano il pericolo. Il “Vettore” può essere fruito anche senza bastone e può essere richiesto in differenti materiali. Il Dr. Romano ha illustrato il “Progetto easy walk”, strumento che si avvale della tecnologia satellitare e che consente ai non vedenti di determinare la propria posizione e, quindi, di potersi orientare nei percorsi di mobilità urbana.

Nel pomeriggio, per la sessione “La parola ai Centri di riabilitazione visiva: esperienze a cofronto”, sono intervenuti:

La Dr.ssa Noemi Ferrato ed il Dr. Marco Rosso (Psicologa ed Educatore professionale del Centro di riabilitazione di Fossano, nel Cuneese), i quali hanno riferito in dettaglio delle molte attività del Centro e dei Servizi a sostegno degli alunni disabili visivi;

La Dr.ssa Laura Corsi (Istruttrice di orientamento e mobilità del Centro regionale di rieducazione visiva di Firenze), la quale ha messo in risalto il ruolo del paziente quale partner dell’equipe pluridisciplinare nel percorso riabilitativo. Presso il Centro, l’accoglienza è fatta dallo Psicologo e il paziente vi accede con una richiesta del medico. L’equipe pluridisciplinare elabora un Progetto riabilitativo con la definizione degli obiettivi ed in tale Progetto il paziente è un alleato. Nel percorso riabilitativo è importante valutare se il limite è valicabile e in tal caso l’Operatore deve insegnare al paziente a varcare quel limite; uno dei maggiori ostacoli, però, è la staticità dei sistemi, come quello familiare, per cui diventa difficile modificare alcuni equilibri e l’immodificabilità dello status quo di alcune famiglie può determinare risultati negativi del Progetto riabilitativo, che ha lo scopo di ridare la libertà e far assaporare la bellezza della vita.

La Dr.ssa Boris (Istruttrice di orientamento e mobilità del Centro di Porto Piceno) ha sollecitato l’attenzione degli Operatori sui sensi residui, in quanto anche gli altri canali sensoriali permettono di vivere esperienze forti e particolarmente significative.

Il dibattito che ne è seguito si è concluso con la richiesta che in tutti i Centri di riabilitazione visiva sia presente un Istruttore di orientamento, mobilità e autonomia personale.

Le relazioni integrali sono reperibili sul sito www.iapb.it -> Polo Nazionale Ipovisione.