La Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino è un punto di riferimento per le persone affette da patologie visive e pluri-handicap, promuove azioni di prevenzione, assistenza e riabilitazione al fine di incrementare la capacità di controllo dell’individuo sulla sua salute e sulla gestione della sua disabilità.
L’attenzione all’utente e al contesto familiare, scolastico, lavorativo e socio sanitario è garantita attraverso un approccio globale, sistemico ed interdisciplinare fondato sul lavoro di équipe e di rete.
Lo sviluppo delle attività avviene attraverso:
- la formazione del personale e di tutti coloro, compresi i famigliari, che possono essere di supporto alle persone affette da patologie visive grazie all’attivazione di corsi e consulenze;
- la promozione e l’attuazione di corsi di formazione per gli utenti;
- la ricerca
- la riabilitazione e l’abilitazione, soprattutto attraverso un’attività formativa diretta all’autonomia dei minorati della vista e dei pluriminorati, quale premessa necessaria per l’inserimento nel contesto sociale;
- la promozione di attività aperte al pubblico per favorire la sensibilizzazione verso la prevenzione delle patologie oculari e l’inserimento sociale delle persone affette da minorazione visiva e pluri-handicap.
Con un unità mobile oftalmica, bar al buio, cene e concerti al buio e attività di sensibilizzazione promosse nelle scuole si attuano azioni di sensibilizzazione rivolte al pubblico.
Mentre attraverso servizi diretti alla persona non vedente, come ad esempio il servizio muoversi, la riabilitazione e il servizio scolastico si promuove l’inserimento delle persone non vedenti nel tessuto sociale e si incentiva la loro autonomia.
Il muoversi è uno dei servizi promossi dalla Provincia Autonoma di Trento e fortemente voluto dai disabili trentini per promuovere la partecipazione attiva alla vita sociale. È un servizio di taxi con accompagnamento e la Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino è uno dei vettori convenzionati.
La riabilitazione e l’abilitazione funzionale visiva e di autonomia è un servizio che la Cooperativa svolge in convenzione con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ed è unico nel suo genere su tutto il territorio provinciale.
Dopo questa breve presentazione per capire chi siamo, andiamo direttamente a presentarvi l’attività nella scuola e la ricerca effettuata dalla Cooperativa Sociale Irifor del Trentino sull’integrazione scolastica:
Lo sviluppo armonico, cognitivo e generale, di un bambino affetto da grave deficit visivo, dipende molto dall’ambiente sociale e dalla capacità dello stesso di rendere accessibili le informazioni del mondo circostante.
In base a questo principio dieci anni fa in Provincia Autonoma di Trento si è partiti con un’idea unica e forse un po’ visionaria: proporre una scuola integrata per gli studenti con disabilità sensoriale.
Nel 2000, durante il Convegno europeo su integrazione scolastica, famiglia e formazione dei docenti, Norbert Müller, Segretario generale dell’EBU, diceva: “Ora il passaggio ad un sistema di istruzione dei disabili visivi, basato sulla scolarizzazione integrata, sarebbe un’ottima cosa, se agli allievi ciechi e ipovedenti venisse garantita un’educazione della stessa qualità di quella che si riceveva nelle scuole speciali ma…”, e andava avanti con la sua relazione.
IRIFOR del Trentino, con la Provincia di Trento, ha attuato nel 2003 un progetto educativo per garantire agli studenti affetti dalla disabilità sensoriale una scuola capace di assicurare accessibilità alle informazioni come al resto dei compagni.
Nel progetto di inclusione scolastica si inseriscono attività estive ed extrascoalstiche per promuovere gli obiettivi educativi specifici per gli studenti e per coinvolgere le famiglie. Tra queste ricordiamo:
il Campus IRIFOR, rivolto a studenti a partire dai 6 anni fino ai 18 anni, in cui si promuovono le autonomie personali e sociali del bambino/ragazzo non vedente, si propongono esperienze e attività laboratoriali per promuovere lo sviluppo di strategie metacognitive e di autonomia adeguate per l’età e per lo sviluppo del bambino non vedente e per favorire il confronto tra ragazzi con problematiche visive simili.
La giornata della famiglia, è un’altra occasione per il confronto e di incontro tra ragazzi e tra famiglie, molto importante per contrastare la percezione di solitudine e di isolamento.
Gruppi di parent training, per approfondire con gli educatori e i genitori tematiche inerenti alle problematiche visive e di sviluppo.
Il servizio scolastico vero e proprio è garantito dall’equipe dell’irifor
L’equipe scolastica è formata da:
psicologa, coordinatore tiflologo, facilitatore alla comunicazione e all’integrazione scolastica che va a scuola, lettore a domicilio, assistente educatore.
L’equipe di IRIFOR si avvale anche della collaborazione interna dell’oculista, dell’ortottista e dell’operatore cieco esperto, che lavorano direttamente con lo studente e la famiglia.
Gli operatori specializzati, formati direttamente da IRIFOR, operano nella quotidianità della scuola e nella famiglia, e fanno riferimento all’equipe della Cooperativa sociale IRIFOR del Trentino. La forza del progetto sta, appunto, nell’attivare l’equipe di IRIFOR, che funge da case manager per promuovere la rete di risorse formata da scuola, famiglia e IRIFOR, oltre ad altri enti e associazioni del territorio.
La cooperativa sociale irifor del Trentino per mantenere monitorato il progetto e garantirne la dinamicità e la rispondenza alle necessità degli studenti ipovedenti e non vedenti, ho promosso due ricerche. La prima nel 2008, presentata nel convegno dal titolo “IRIFOR: un ponte tra sogno e realtà”, e la seconda, nel 2013, presentata nel convegno dal il titolo: IRIFOR 10.0.: DECENNIO IRIFOR: COSTRUIRE EDUCARE COSTRUENDO IDEE, ACCESSIBILITA’ NOVITA’ NELL’INCLUSIONE.
Quest’ultima, di cui vi parlerò, raccoglie i dati dell’attività svolta direttamente sul campo, attraverso una ricerca organica, che vede coinvolti una cinquantina di istituti scolastici, a partire dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole superiori di secondo grado.
… per chi fosse interessato può richieder gli atti del convegno scrivendo a sergreteria@irifor.it, sul nostro sito troverete tutte le attività e i servizi proposti dalla Cooperativa Sociale Irifor del Trentino.
Dal convegno del 2008, promosso direttamente dalla Cooperativa, che vede coinvolte in focus group e inchieste le famiglie, emerge con forza la necessità di superare l’idea di un’integrazione un po’ indistinta, in base alla quale è sufficiente inserire un bambino nel contesto scolastico per parlare di inclusione.
Perché la ricerca:
NEL CONVEGNO DEL 2013 la cooperativa sociale Irifor del Trentino rende pubblici i dati raccolti in dieci anni di lavoro con e nelle scuole per favorire l’inclusione scolastica degli studenti non vedenti.
Il progetto inclusione scolastica di IROFR partito 11 anni fa, vedeva coinvolti 7 studenti, a partire dalla scuola primaria fino alla scuola secondaria di secondo grado.
Ad oggi seguiamo 72 studenti dai 3 ai 19 anni con i nostri operatori e 2 solo con la supervisione dell’equipe dell’IRIFOR.
La bontà del progetto la si può già notare dall’incremento esponenziale delle richieste di intervento dell’IRIFOR per seguire gli studenti non vedenti.
La Cooperativa Sociale Irifor del Trentino ha promosso la ricerca per verificare lo stato dell’arte del progetto inclusione.
Si ritiene fondamentale raccogliere dati in modo puntale ed organizzato, per garantire agli studenti non vedenti un intervento di qualità, in un’ottica di ricerca longitudinale, per non perdere mai di vista l’obiettivo del nostro intervento, ovverosia l’autonomia nello studio e l’autonomia come persona non vedente.
È da tenere inoltre presente come il progetto abbia necessità di rimanere dinamico, per rispondere alla nuova utenza e per rispondere alle necessità di una scuola in cambiamento, per cui è importante ricordarsi da dove si è partiti e tenere monitorata la modalità e i mezzi con cui si perseguono gli obiettivi.
Sono stati distribuiti 1600 questionari su tutto il territorio della Provincia Autonoma di Trento e ne sono rientrati 1548, un numero che dimostra quanto la partecipazione sia stata veramente alta.
I questionari sono stati compilati da:
docenti, dirigente/coordinatore pedagogico, coordinatore bes, facilitatore della comunicazione e dell’integrazione scolastica, lettore a domicilio, compagni di classe e studente non vedente!
Cosa andava ad indagare: ilclima di classe, quindi quanto aiuto viene dato ai ragazzi, in generale agli studenti, sia da parte del facilitatore che da parte dei docenti; la programmazione e il coordinamento tra le figure professionali; la didattica speciale, le buone prassi; il confronto tra l’equipe di IRIFOR, la scuola e la famiglia; l’autonomia personale e di studio dello studente non vedente e l’uso degli strumenti informatici.
Quali i risultati? Dall’analisi statistica dei dati accolti tramite i questionari emergono cinque punti interessanti:
- aumenta la sinergia di lavoro tra docenti di classe e operatori IRIFOR: questo dato viene confermato sia dal gruppo scuola (dirigenti, docenti, e operatori IRIFOR) che dagli studenti stessi (che come dice il professor Dario IANES tendono a raccontare la verità, senza inquinare i dati con risposte tendenziose!!!). Il momento di programmazione diventa un momento importante di confronto per una didattica accessibile e inclusiva.
- L’insegnante e il facilitatore vengono vissuti dalla classe come punti di riferimento in caso di necessità da parte di tutti gli studenti. Cioè si chiede aiuto e si viene aiutati in egual maniera dal facilitatore e dal docente. L’aspetto interessante di questo punto è come hanno risposto gli studenti non vedenti! Anche loro chiedono e ricevono aiuto in egual maniera dai docenti come dal facilitatore. Quindi una figura così specialistica per la parte tiflodidattica riesce ad amalgamare le necessità specifiche dello studente non vedente nell’organizzazione e nella quotidianità della scuola, in modo da fungere da elemento integrante, e …
- Passando al terzo punto, questo permette di creare buone prassi per l’inclusione e un clima di classe disteso e attento alle necessità di tutti. Si può pensare che la presenza del facilitatore porti ad aumentare l’attenzione del docente alle peculiarità di tutta la classe e un’attenzione diffusa verso i bisogni educativi speciali.
- Il lavoro dell’equipe dell’IRIFOR risulta fondamentale per le figure specializzate all’interno della scuola. La necessità di agganciarsi fortemente all’equipe permette agli operatori dell’IRIFOR di non perdere di vista il progetto inclusione e di condividere un percorso di autonomia dello studente che parte da lontano e arriva lontano. L’equipe è, infatti, memoria storica del percorso scolastico e di vita dello studente non vedente che permette, all’intero gruppo di lavoro, di focalizzare l’attenzione sugli obiettivi a medio lungo-termine (per es. autonomia personale, orientamento e utilizzo della strumentazione informatica o tecnica per ipovedenti e ciechi).
- L’introduzione di strumenti tifloinformatici e tiflotecnici è altamente presente in tutti i gradi di scuola. L’alfabetizzazione alla strumentazione specifica, adatta ad ipovedenti e non vedenti parte ancora nella scuola primaria per arrivare poi all’uso autonomo del pc alle scuole superiori per lo svolgimento delle normali attività scolastiche, sia a casa che a scuola.
Il raggiungimento di questo obiettivo ha permesso di rendere gli studenti autonomi nello studio, ma, il risvolto più interessante, è che diminuisce anche il senso di esclusione sociale extrascolaltica dello studente non vedente quando raggiunge il 2°-3° anno di scuola secondaria di secondo grado.
L’indagine ha altresì messo in evidenza alcuni elementi che richiedono ulteriori attenzioni.
- il senso di inclusione e la capacità di giocare assieme tra compagni devono essere ancora molto mediati dagli adulti.
- Alle elementari e alle medie gli studenti non vedenti sono esclusi dai giochi e dalle attività extrascoalstiche. Questa capacità di stare assieme in momenti destrutturati e non organizzati dagli adulti emerge alle scuole superiori, dove probabilmente lo studente non vedente ha più strumenti e si sente più competente e, di contro, i compagni manifestano più sensibilità. Le ricerche a livello nazionale mettono in evidenzia come la socializzazione sia ancora il tallone d’Achille dell’inclusione, e questa difficoltà permane e alle volte aumenti anche quando gli studenti sono ormai grandi e frequentano le scuole superiori.
- Questa osservazione si lega molto bene con il punto successivo, cioè come l’aspetto dell’inclusione extrascolastica sia sottostimato dai docenti. Nella nostra ricerca si evidenzia come i docenti fatichino a notare l’esclusione dal gioco durante la ricreazione e l’esclusione dalla vita sociale extrascolastica (festicciole, invitarsi tra amici dopo la scuola….) degli alunni non vedenti, mentre i compagni e gli stessi studenti non vedenti ne sono pienamente consapevoli.
- Altro aspetto da tenere assolutamente monitorato è l’aspetto della delega. Nel portare fuori dalla classe lo studente non vedente c’è il rischio di far sì che il docente di classe “si dimentichi”, diciamo, delle necessità dello studente stesso. È vero anche che il non vedente necessita di tempi e di strumenti specifici, che devono esser presentati nel momento più opportuno della la carriera scolastica dello studente. Inoltre è da tenere presente come lo studente non vedente, soprattutto all’inizio del suo percorso, abbia necessità di tempi di apprendimento e modalità specifiche, che non sempre gli permettono di seguire il ritmo della classe. La presenza dell’equipe dell’Irifor permette di garantire l’equilibrio che di volta in volta è necessario trovare tra il dentro e fuori dalla classe, per non rischiare il push o pull out (ti spingo o ti tiro fuori).
Concludendo, dai dati emerge che le buone prassi cominciano ad entrare nella scuola. Lo studente con Bisogni Educativi Speciali fa parte del gruppo classe e il docente di cattedra ritiene importante confrontarsi nella quotidianità con l’operatore IRIFOR, per attivare azioni realmente inclusive.
In questo lavoro emerge come il progetto di inclusione scolastica promosso dalla cooperativa sociale irifor del trentino sia alla base per favorire l’inclusione.
Dobbiamo perciò :
mantenere efficace una rete scuola-cooperativa IRIFOR capace di coinvolgere le famiglie, quali prime promotrici di inclusione.
È inoltre necessario lavorare maggiormente sulla consapevolezza di ciascuno studente rispetto a ciò che può fare da solo, senza ricorrere all’aiuto delle figure educative di riferimento.
Potenziare momenti di formazione rivolti ai docenti di classe perché possano attivarsi e divenire sempre più consapevoli dei bisogni educativi speciali dello studente non vedente. Questo anche per contrastare il turnover che ogni anno caratterizza i consigli di classe, togliendo continuità al gruppo di lavoro.
In sintesi, occorre passare dal problema alla condizione, cioè dal vivere l’ipovisione e la cecità non più come il problema ma come una condizione, che necessita di alcuni accorgimenti e alcune attenzioni, per raggiungere l’accoglienza delle speciali normalità per tutti. Grazie per l’attenzione